La
crisi porta scompiglio, caos e maleducazione. La nuova ondata di
violenza è caratterizzata da furti presso i verdummari. Niente
soldi, o casse svaligiate sotto minaccia di pistole, ma frutta,
verdura e beni di prima necessità.
Solo
questa settimana, a Roma quattro episodi di furto ai verdummari.
L'ultimo ieri sulla Prenestina dove un camion pieno di sacchi di
patate è stato svuotato con la nuova tecnica di furto che sta
impazzando tra i nuovi poveri: un motorino guida al fianco destro del
camioncino con i sacchi di patate, il passeggero della moto afferra i
sacchi e li getta nel camion alla proprio destra . Questo travaso
dura circa sei/sette minuti, sufficienti per rubare una dozzina di
sacchi senza che il conducente sene accorga.
È
lunedì 3 settembre, Centocelle, via dei Castani, pieno giorno. Amila
racconta così l'irruzione di due giovani nel suo piccolo negozio di
frutta: “Erano in due, più un terzo che aveva un'Ape-car della
Piaggio fuori al negozio con motore acceso. Sono entrati, mi hanno
colpito con un'anguria e sono scappati portandosi via le pesche, i
meloni, le banane e soprattutto i pomodorini pachino”. Eh sì,
perché sono proprio i pomodorini quelli che in questo periodo vanno
forte sulle tavole degli italiani.
“Passeggiando
sulla Tuscolana ho visto un banco di frutta. E c'erano loro. I miei
pomodorini erano lì - Amila li riconosce e continua con le lacrime
agli occhi - Per voi che comprate sono tutti uguali, come i cinesi,
ma per noi è diverso... ma non ho potuto fare niente. Non ho prove
io”
Parole
dure e commosse che trovano conferma anche di Amal, egiziano con
piccolo negozio vicino piazza Tuscolo, che non vuole soccombere a
questa nuova ondata di violenza ortofrutticola e che ci ha rimesso
già decine di ceste di cetrioli per combattere la sua battaglia.
“Noi
paura... ora c'è angurie, c'è meloni pesanti, ma poi arrivano
castagne, noci quello cibo leggero facile da prendere più facile.
Noi paura. La polizia non fa nulla. Solo retate a prostituta che poi
sempre in strada”. A parlare è Jaber, un pakistano alto di 26 anni
che lavora in nero in una piccola drogheria di Tor Pignattara, al
soldo di suo padre Hassan.
Mercoledì
5 settembre altra notte di terrore, questa volta in via della
Magliana dove cinque ragazzi assaltano l'attività di un cittadino
del Bangladesh di 46 anni, Kunwar, che si era addormentato davanti
alla tv accesa del negozio. I cinque porteranno via tutta la merce
esposta. Al suo risveglio Kunwar troverà solo il suo 20” ancora
acceso, la cassa con i pochi euro d'incasso e alcuni peperoni gialli
un po' molli. La disperazione si trasforma in rabbia e Kunwar in un
gesto d'ira scaraventa i peperoni sul televisore che cade in terra e
si rompe.
Ma non sono solo gli stranieri ad aver paura, anche gli esercenti nostrani temono questa nuova ondata di furti. A parlarci è il responsabile del Todis in via Casilina, che nella sera di giovedi 6 settembre ha visto svuotare il suo reparto frutta nel giro di cinque minuti netti. "Erano forse una dozzina di ragazzi e ragazze, sono entrati in blocco seminando terrore tra i pochi clienti. Due di loro, due donne, hanno minacciato i presenti di farsi esplodere impugnando delle bombe a mano. Intanto gli altri dieci hanno riempito i carrelli di frutta, verdura, carne e qualche pacco d'assorbente. Sono arrivati alle casse sempre minacciando i presenti di non muoversi. E sono usciti. Spariti nel giro di pochi minuti... Mai vista una cosa del genere prima. Erano come posseduti, ma consapevoli e lucidissimi. Minuti interminabili di terrore senza nemmeno sfiorare i soldi nelle casse".
Il reparto frutta del Todis sei minuti dopo l'avvento dei malviventi
Venerdì
7 settembre è la volta di Kamil, 56 anni gestore del negozietto in
via del Grano. Questa volta sono in quattro: I ragazzi immobilizzano
il venditore, lo legano alla sedia e lo zittiscono con una nocepesca.
Ormai immobilizzato l'esercente non può nulla di fronte alla
violenza e la sete di frutta e verdura dei malviventi che razzolano
il negozio in meno di dieci minuti, caricando le ceste sopra un
furgoncino parcheggiato a pochi passi.
Ma
dove va a finire questo mercato nero della frutta e verdura? Chi la
compra?
Per
saperlo basta farsi un giro per Roma. Viale Palmiro Togliatti,
Cristoforo Colombo, Tuscolana... Basta soffermarsi a guardare e
noterete dei piccoli banchetti di frutta improvvisati, con una decina
di ceste con frutta e verdura varia. Spesso a doverla riacquistare
sono gli stessi esercenti derubati. Ma non basta: Il grosso della
merce viene acquistato nel 70% dei casi dai ristoratori romani che
acquisterebbero la merce a metà del prezzo del mercato, alzando così
il loro profitto.
Episodi
di violenza inaudita in una città devastata dalla povertà, dalla
sporcizia, dai biglietti metro a 1,50 euro, dalle cacche di cane e da
un sindaco che, a detta di alcuni esperti, ha la faccia come il culo
di una vacca da macello.
Fatto
è che i Carabinieri, a seguito di accurate indagini, hanno arrestato
cinque giovanissimi romani di età compresa tra i 16 e i 27 anni, in
esecuzione di 3 ordinanze di custodia cautelare agli arresti
domiciliari e 2 in carcere, emesse dal Gip è del Tribunale di Roma. L’Autorità
Giudiziaria, concordando pienamente con le risultanze delle indagini
ottenute dai Carabinieri, ha emesso i provvedimenti restrittivi nei
confronti dei cinque. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti
volti a verificare il coinvolgimento di altri eventuali complici.
Però questi cinque giovanissimi romani arrestati non c'entrano con
questi fatti narrati. Li hanno presi per un'altra cosa. Credo spaccio
di cocaina. M'informo e vi dico.
SPOT
Ho Perso 21 Kg con Questa Tisana
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