sabato 8 settembre 2012

Nuova ondata di violenza su Roma

La crisi porta scompiglio, caos e maleducazione. La nuova ondata di violenza è caratterizzata da furti presso i verdummari. Niente soldi, o casse svaligiate sotto minaccia di pistole, ma frutta, verdura e beni di prima necessità.

Solo questa settimana, a Roma quattro episodi di furto ai verdummari. L'ultimo ieri sulla Prenestina dove un camion pieno di sacchi di patate è stato svuotato con la nuova tecnica di furto che sta impazzando tra i nuovi poveri: un motorino guida al fianco destro del camioncino con i sacchi di patate, il passeggero della moto afferra i sacchi e li getta nel camion alla proprio destra . Questo travaso dura circa sei/sette minuti, sufficienti per rubare una dozzina di sacchi senza che il conducente sene accorga.

È lunedì 3 settembre, Centocelle, via dei Castani, pieno giorno. Amila racconta così l'irruzione di due giovani nel suo piccolo negozio di frutta: “Erano in due, più un terzo che aveva un'Ape-car della Piaggio fuori al negozio con motore acceso. Sono entrati, mi hanno colpito con un'anguria e sono scappati portandosi via le pesche, i meloni, le banane e soprattutto i pomodorini pachino”. Eh sì, perché sono proprio i pomodorini quelli che in questo periodo vanno forte sulle tavole degli italiani.

Passeggiando sulla Tuscolana ho visto un banco di frutta. E c'erano loro. I miei pomodorini erano lì - Amila li riconosce e continua con le lacrime agli occhi - Per voi che comprate sono tutti uguali, come i cinesi, ma per noi è diverso... ma non ho potuto fare niente. Non ho prove io”

Parole dure e commosse che trovano conferma anche di Amal, egiziano con piccolo negozio vicino piazza Tuscolo, che non vuole soccombere a questa nuova ondata di violenza ortofrutticola e che ci ha rimesso già decine di ceste di cetrioli per combattere la sua battaglia.

Noi paura... ora c'è angurie, c'è meloni pesanti, ma poi arrivano castagne, noci quello cibo leggero facile da prendere più facile. Noi paura. La polizia non fa nulla. Solo retate a prostituta che poi sempre in strada”. A parlare è Jaber, un pakistano alto di 26 anni che lavora in nero in una piccola drogheria di Tor Pignattara, al soldo di suo padre Hassan.

Mercoledì 5 settembre altra notte di terrore, questa volta in via della Magliana dove cinque ragazzi assaltano l'attività di un cittadino del Bangladesh di 46 anni, Kunwar, che si era addormentato davanti alla tv accesa del negozio. I cinque porteranno via tutta la merce esposta. Al suo risveglio Kunwar troverà solo il suo 20” ancora acceso, la cassa con i pochi euro d'incasso e alcuni peperoni gialli un po' molli. La disperazione si trasforma in rabbia e Kunwar in un gesto d'ira scaraventa i peperoni sul televisore che cade in terra e si rompe.

Ma non sono solo gli stranieri ad aver paura, anche gli esercenti nostrani temono questa nuova ondata di furti. A parlarci è il responsabile del Todis in via Casilina, che nella sera di giovedi 6 settembre ha visto svuotare il suo reparto frutta nel giro di cinque minuti netti. "Erano forse una dozzina di ragazzi e ragazze, sono entrati in blocco seminando terrore tra i pochi clienti. Due di loro, due donne, hanno minacciato i presenti di farsi esplodere impugnando delle bombe a mano. Intanto gli altri dieci hanno riempito i carrelli di frutta, verdura, carne e qualche pacco d'assorbente. Sono arrivati alle casse sempre minacciando i presenti di non muoversi. E sono usciti. Spariti nel giro di pochi minuti... Mai vista una cosa del genere prima. Erano come posseduti, ma consapevoli e lucidissimi. Minuti interminabili di terrore senza nemmeno sfiorare i soldi nelle casse".

 Il reparto frutta del Todis sei minuti dopo l'avvento dei malviventi

Venerdì 7 settembre è la volta di Kamil, 56 anni gestore del negozietto in via del Grano. Questa volta sono in quattro: I ragazzi immobilizzano il venditore, lo legano alla sedia e lo zittiscono con una nocepesca. Ormai immobilizzato l'esercente non può nulla di fronte alla violenza e la sete di frutta e verdura dei malviventi che razzolano il negozio in meno di dieci minuti, caricando le ceste sopra un furgoncino parcheggiato a pochi passi.

Ma dove va a finire questo mercato nero della frutta e verdura? Chi la compra?
Per saperlo basta farsi un giro per Roma. Viale Palmiro Togliatti, Cristoforo Colombo, Tuscolana... Basta soffermarsi a guardare e noterete dei piccoli banchetti di frutta improvvisati, con una decina di ceste con frutta e verdura varia. Spesso a doverla riacquistare sono gli stessi esercenti derubati. Ma non basta: Il grosso della merce viene acquistato nel 70% dei casi dai ristoratori romani che acquisterebbero la merce a metà del prezzo del mercato, alzando così il loro profitto.

Episodi di violenza inaudita in una città devastata dalla povertà, dalla sporcizia, dai biglietti metro a 1,50 euro, dalle cacche di cane e da un sindaco che, a detta di alcuni esperti, ha la faccia come il culo di una vacca da macello.

Fatto è che i Carabinieri, a seguito di accurate indagini, hanno arrestato cinque giovanissimi romani di età compresa tra i 16 e i 27 anni, in esecuzione di 3 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 in carcere, emesse dal Gip è del Tribunale di Roma. L’Autorità Giudiziaria, concordando pienamente con le risultanze delle indagini ottenute dai Carabinieri, ha emesso i provvedimenti restrittivi nei confronti dei cinque. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti volti a verificare il coinvolgimento di altri eventuali complici. Però questi cinque giovanissimi romani arrestati non c'entrano con questi fatti narrati. Li hanno presi per un'altra cosa. Credo spaccio di cocaina. M'informo e vi dico. 



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